venerdì 23 agosto 2013

Film visti. Libero sfogo alla violenza dal tramonto all'alba?


LA NOTTE DEL GIUDIZIO
Regia di James DeMonaco. Con Lena Headey, Ethan Hawke.

[Voto 3 su 5]


Combattere la violenza che assilla e condiziona la società contemporanea attraverso una regolamentazione che ne consente il libero sfogo in tempi e modi controllati? Questa è la tesi da cui muove questo film non a caso giunto sugli schermi in periodo estivo, quando notoriamente si va meno per il sottile con la qualità della proposta. In questo caso, tuttavia, il film si rivela meno peggio del previsto, giustificando quindi il voto 3 benevolmente concesso.

Stati Uniti, 2022. La situazione socio-economica è ottimale, con un indice di disoccupazione ai minimi storici e una criminalità quasi azzerata. C'è però un prezzo da pagare per questa pace sociale: una notte all'anno è lasciato libero sfogo agli istinti violenti e tutto è permesso, qualunque crimine. Senza che nessuna istituzione  intervenga, né a limitare nè a punire. Perciò, quelli che possono si asserragliano dentro case perfettamente protette ed equipaggiate, aspettando che passi. Già, perché il giorno dopo si contano le vittime, si ripuliscono le strade del sangue versato e si ricomincia daccapo in una società scintillante e assolutamente politically corretta. Amici come prima; felici e contenti.
Senonchè succede che proprio ad un commerciante di sistemi di sicurezza andati a ruba per blindare le abitazioni in vista della notte di fuoco, le cose vadano male. Perché è proprio la sua abitazione (una sorta di legge del contrappasso) che viene presa di mira da una banda di rispettabili cittadini desiderosi di sfogarsi con una caccia all'uomo divertente e liberatoria, oltreché legale. Una vittima designata che è nera, sporca e sudata come si conviene al personaggio sacrificale. Ma non solo. Proprio all'interno della sua armoniosa famiglia accade che ci sia qualcuno che vuole fargliela pagare a colpi di pistola. E' il fidanzatino della figlia che non accetta la diffidenza del futuro suocero nei suoi confronti. Le prime avvisaglie di una nottata non esattamente tranquilla dunque partono dal seno del nucleo base della società: la famiglia. Ovvero, mai dare nulla per scontato...
Si aggiungono poi i vicini di casa, fino all'imbrunire amiconi e affettuosi come si conviene al cliché del buon vicinato, ma nella notte dei fuochi pronti a fare a pezzi il venditore di sistemi di sicurezza per invidia del suo successo commerciale.
Insomma una macelleria legalizzata alla fine della quale tutto dovrebbe ricominciare con un colpo di spugna sul sangue versato. Possibile? Secondo psicologi e sociologi (vera lobby dominante nella società americana) sì. Secondo buon senso e una robusta dose di sano realismo mica tanto. Infatti........

Il senso di marcio che rimane in bocca alla fine del film è che alla base di tutto ci sia comunque una lotta tra ricchi e poveri. I primi asserragliati nelle loro dimore ultra sicure, ben protetti nella loro bambagia di modi per bene e di buon vicinato. Con un occhio al fatturato e con l'altro ai figli da allevare secondo uno stile di vita blindato. I secondi a fare da vittime designate da cacciare per dare da sfogo agli istinti bestiali più violenti e sanguinari dei primi. Il tutto con il benestare delle regine delle scienze moderne che regolano i rapporti umani: psicologia e sociologia. Naturalmente interpretate a senso unico.

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