sabato 27 ottobre 2012

Film visti. Killing them softly (ma mica tanto)


KILLING THEM SOFTLY
Regia: Andrew Dominik
Con Brad Pitt, Ray Liotta, James Gandolfini

[Voto: 1,5 su 5]

Pollice verso per questo noioso e sciatto film di Andrew Dominik che si era fatto notare qualche anno fa per  L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, altro lavoro trascurabile almeno quanto la lunghezza del titolo. La storia è cupa e strascicata nel sottobosco di una malavita americana fatta di mezze tacche e buoni a nulla, strafatti o senza capacità criminali. Il periodo storico in cui si colloca la vicenda si può desumere dai continui spezzoni di campagna elettorale per la presidenza Usa che si vedono continuamente in tv. E' il duello tra Bush e Obama di 4 anni or sono (le nuove elezioni sono alle porte) che si svolge nel momento in cui la grande crisi economica prende corpo e comincia a deflagrare in tutta la sua devastante forza. Una crisi che si annida anche nel mondo della malavita, al punto di indurre la mafia del gioco clandestino a tirare sul prezzo delle prestazioni dei killer professionisti.
Un film dai dialoghi insopportabili e "sporchi" come i protagonisti, brutti sporchi e cattivi. Tutto il film è eccessivamente verboso e questo si riflette negativamente su tutta la vicenda che si sviluppa lentamente e forzatamente. La vicenda è scarna: tre balordi rapinano una bisca clandestina gestita dalla mafia locale andando a pestare i piedi a chi non avrebbero mai dovuto molestare. Comincia la resa dei conti che coinvolge tutti, a cominciare dalla vittima stessa della rapina, cioè il gestore della bisca, solo perchè sospettato di aver organizzato segretamente il colpo. Vediamo un distinto emissario mafioso in limousine e la fobia del fumo passivo che tratta con un killer professionista (un Brad Pitt piuttosto moscio) l'eliminazione dei colpevoli. Eliminazioni che il regista Dominik ci mostra con molto realismo sanguinolento e uso spregiudicato del rallenti. A lavoro effettuato l'emissario mafioso tira anche sul prezzo, proprio a causa della crisi che colpisce tutti, civili e mafiosi. Se voleva essere una metafora politico-economica dei tempi che viviamo, francamente non riesce ad emozionare granchè nè a suscitare particolari riflessioni.
Innsomma "Killing them softly" è un film assolutamente pleonastico e insignificante, da evitare con cura. Come se non bastasse risulta anche girato  con approssimazione e sciatteria. Un esempio? Fate attenzione al montaggio del lungo monologo di James Gandolfini (il killer alcolizzato). I bicchieri di birra e di Martini con olivetta che si scola a raffica sono di volta in volta mezzi pieni, poi vuoti e poi nuovamente pieni senza alcuna logica temporale e senza che il cameriere ne serva degli altri. Dettagli? Non direi proprio...

Nessun commento: