Circa le otto e mezzo di sera. Passeggiatina con Jack (il mio cane) per sgranchirsi le zampe e fare i bisogni. Al tramonto con un po' di fresco e possibilmente con un venticello rinfrescante è anche un'ottima occasione per fumarsi in pace un buon toscano dopo cena. Attrezzato naturalmente come al solito di sacchettini per la popò di cui Jack è un indefesso produttore. Passiamo davanti ad una casa prospicente un'aiuola, Jack si avvicina ad un alberello, alza la zampa e fa pipì.
Mi sento apostrofare ad alta voce: "Ma proprio qui deve pisciare il cane?".
"E dove dovrebbe farla? Se gli scappa la fa dove capita", rispondo sorpreso.
"E invece no, gliela fai fare da un'altra parte, qui no".
"Signora, siamo in un luogo pubblico, non c'è nessun divieto. Se il cane fa la popò la raccolgo, se fa la pipì vorrà dire che ha innaffiato l'aiuola..."
"Questa è casa mia e tu il tuo cane te lo tieni a pisciare a casa tua"
"Signora, questa non è casa sua, è un luogo pubblico e non posso certo mettere un catetere al cane oppure un pannolone perchè lei considera l'aiuola in strada come fosse di sua proprietà".
"E io chiamo i vigili"
"Chiami chi vuole, il cane non ha fatto nulla di vietato e intanto cominci lei a non infastidire la gente gridando per strada e quando arrivano i vigili li saluti da parte mia". ("e vaffan--- brutta strega" ho aggiunto mentalmente).
Morale della favola, ne ho le palle piene di quelli che si sentono padroni di tutto ciò che li circonda e non si fanno scrupoli di imporsi con le cattive maniere e la maleducazione sugli altri. Oltretutto senza riuscire a considerare che un cane come ogni essere vivente ha dei bisogni corporali che in qualche modo deve pur soddisfare secondo natura. E che la brava signora tanto igienista quanto padrona dell'aiuola pubblica se ne faccia una ragione. E che si fotta.
Nessun commento:
Posta un commento