Un bar al femminile. La titolare è Simonetta, una ragazzetta piccola e magretta, caruccia, con lo sguardo scaltro e volitivo. Mai vista fermarsi un attimo, sempre in movimento al banco, alla macchina del caffè o in cucina. E' brava a far da mangiare. Ha fatto l'alberghiero e da settembre ha rilevato il bar, con tante speranze e tanta buona volontà di riuscire. A darle una mano al banco e tra i tavoli c'è lei, la Gessica (o Jessica?). Un tipo completamente diverso da Simonetta. Morbida nell'aspetto, dalle "polpe" morbide e bianche. Curve in abbondanza, qualche taglia di troppo che la relega fuori dagli standard estetici rigidissimi di veline e miss d'ogni tipo. Lungi da me voler essere volgare, allusivo o insolente. Lei è proprio così: morbidosa. Un tipo che farebbe invaghire Federico Fellini. Sembra uscita da uno dei suoi film in bianco e nero, con un decoltè debordante e ammaliante, con i tanti Mastroianni di paese a farle la corte.
Un disegno di Federico Fellini |
La Gessica, per quanto svolga un lavoro modesto, ci tiene all'etichetta e alla forma. Indossa sempre magliette t-shirts nere (smagranti) con sapienti e polpose scollature. Niente di che, ma molto compita e compresa nel suo ruolo. Elenca il menù con meticolosità e chiarezza, taccuino in mano. Offre sempre con discrezione i piatti del giorno a seconda delle direttive del boss in cucina. Usa il dialetto schietto e veloce di queste parti con i paesani, mentre riserva l'italiano di buona maniera per gli altri. Tra questi "altri" ci sono anch'io, che sono il nuovo arrivato in zona. Inoltre arrivo dalla città, non mi esprimo in dialetto, do del "lei" a tutti. Anche a Simonetta e Gessica (o Jessica), sebbene abbiano l'età delle mie figlie e io invece ho i capelli molto molto grigi... E Gessica ricambia, cercando di esprimersi in buon italiano. E' evidente che ha fatto delle discrete scuole, perchè usa bene i congiuntivi e sceglie con cura i termini. Un po' troppo formale e costruita, forse, ma è evidente l'intenzione di mostrarsi molto professionale. Salvo quando le scappa qualche vocabolo dialettale per disattenzione. Allora sono guai. C'è da mettersi a ridere a crepapelle, perchè gli esiti degli scivoloni lessicali sono meglio delle barzellette. Lo dico senza malizia alcuna. E' divertente sentirli, niente di più.
La tabaccaia, di Fellini |
3 commenti:
Molto bello. Non so se i personaggi siano reali o frutto di fantasia, ma il racconto è proprio grazioso e gustoso. Scrivine ancora!
Ugo P.
....delizioso.
Rugger'One
Tutto il resto è noia ma ... quando vuoi puoi.
Bravo, il tuo amato Attila
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