sabato 27 aprile 2013

Film visti. L'ipnotista che viene dal freddo

L'ipnotista
Regia di Lasse Hallström.
Con Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Jonatan Bökman
 
[Voto: 3 su 5]
 
L'eterno dilemma di sempre. Meglio il libro o il film? Va premesso che siamo in territorio noir, con un poliziesco dei più classici, con delitti efferati e colpevoli introvabili. Con la polizia che brancola nel buio... e via dicendo, secondo canoni tipici. Leviamoci di torno il quesito dicendo chiaramente che il libro di Lars Kepler affronta con molto più dettaglio il percorso psicologico del colpevole e del perché uccida. Il film invece lo risolve con poco o nulla e non spiega niente. O quasi.
Tuttavia il film di Lasse Hallström è un'altra cosa, un'altra forma espressiva e va considerato così come viene proposto. Bisognerebbe non leggere mai i libri da cui sono tratti i film. Perché comunque il confronto, positivo o negativo, è fuorviante e condiziona il giudizio e il piacere stesso di vedere il film.
 
Succede che nella tranquilla e gelida atmosfera scandinava (siamo in Finlandia), ovattata dai cumuli di neve ai bordi delle strade, un'intera famiglia viene sterminata in maniera brutale a colpi di coltello. Padre, madre, figlioletta. Si salva per miracolo, accoltellato anche lui, l'altro figlio poco più che decenne. Misteriosi il movente e l'identità dell'assassino. Il ragazzino è ricoverato in rianimazione e non può essere interrogato. Il poliziotto incaricato del caso però ha bisogno assoluto di sapere cosa è successo e l'unico modo è quello di farselo raccontare dal superstite.  Viene tirato in ballo un ipnotista che potrebbe riuscire a farsi raccontare l'accaduto senza creare troppi problemi alla giovanissima vittima. Un metodo non invasivo, l'ipnosi, che sarebbe di grande aiuto alle indagini. Ma lo specialista incaricato ha un passato di cui non va affatto fiero e che gli proibirebbe di cimentarsi nuovamente in quella pratica. Una inibizione all'esercizio a causa di una brutta storia. Ma di storie dietro le spalle lo psichiatra ne ha ben più di una, a cominciare da un tradimento extraconiugale di cui ancora si sentono le conseguenze nel rapporto con la moglie che è tuttora tormentata, a distanza di anni, da quella relazione. E c'è il poliziotto che è pressato dalla stampa e dai suoi capi da un lato e dal desiderio di fare giustizia rintracciando il colpevole, dall'altro. E come se non bastasse si aggiungono due elementi nuovi a complicare le cose. Primo. Si scopre che esiste una terza figlia nella famiglia sterminata dall'assassino. Si è salvata solo perché assente da casa in quel momento. Il poliziotto teme che l'assassino sia sulle sue tracce per portare a termine l'opera omicida. Secondo. Il figlio dello psichiatra e della moglie tradita viene rapito. C'è un legame con l'omicidio multiplo alle cui indagini l'ipnotista sta collaborando?
 
Lasse Hallstromm è un regista di mestiere che deve affrontare il difficile compito di assemblare e far convivere i due filoni narrativi della vicenda. Da un lato l'indagine del funzionario dell'Unità Anticrimine finlandese e dall'altro, in continua alternanza, la situazione al limite della rottura del rapporto tra Erik Maria, l'ipnotista, e sua moglie Simone che viene poi messa a confronto con un evento che rischia di infrangere definitivamente l'ormai fragilissimo rapporto, ovvero il rapimento del loro figlioletto. In questa contrapposizione sta il pregio del film (e del libro) con un limite fondamentale costituito dalla necessità, per esigenze di copione, di delimitare l'excursus introspettivo dello psichiatra che porta a spiegare il perché degli omicidi così efferati. Il film salta quasi a piè pari questa fase, giungendo rapidamente a indicare il colpevole, sia pure dopo adeguate attese e suspence come dovuto, visto il genere poliziesco del film. Ma, certo, torniamo al discorso iniziale e al confronto tra libro e film. Che, come detto, è meglio non affrontare per principio e per rispetto degli autori.
Ciò detto, sono certo che il film piacerà agli amanti del genere.

Nessun commento: