sabato 27 aprile 2013

Film visti. Attacco al potere, ma con un po' di autoironia, please!

ATTACCO AL POTERE - OLYMPUS HAS FALLEN
Regia: Antoine Fuqua
Con: Gerard Butler, Aaron Eckhart, Morgan Freeman, Angela Bassett, Radha Mitchell.
 
 
[Voto: 2 su 5] 
 
 
Uno contro tutti. Buoni contro cattivi, Eroi contro criminali. Un mito per l'America e gli americani. Il mito della frontiera. Nella vita, nel lavoro, nello sport. Già, anche nello sport. Il baseball ad esempio, uno degli sport americani per antonomasia, è l'apoteosi dell'uno-contro-tutti. Un battitore attaccante (quello con la mazza) contro 9 giocatori avversari difensori pronti ad acchiappare la pallina che eventualmente riuscisse a battere con la sua mazza. Il film Attacco al potere è la stessa cosa. L'eroe di giornata è un ex agente dei servizi segreti (Gerard Butler ) di scorta al Presidente degli Stati Uniti. Gli altri, i nemici cattivissimi e spietati da abbattere uno ad uno, sono dei terroristi nordcoreani che vogliono impartire una lezione definitiva al grande moloch americano nuclearizzandolo con le sue stesse armi atomiche. Per riuscirvi prendono in ostaggio proprio lui, il Presidente Usa, non dopo aver assaltato e conquistato niente meno che la Casa Bianca. Retorica nazionalistica e patriottica a parte, bisogno assoluto di un nemico da combattere a parte (dopo i sovietici, gli arabi e i terroristi in genere, ora è la volta dei musi gialli coreani ...), il film è tutto qui. Allo spettatore non viene assolutamente mai da chiedersi che uscirà vincitore dalla lotta senza quartiere, ma come ci riuscirà l'indomito agente americano, dopo quanti morti ammazzati e dopo quali colpi di scena. Cose che puntualmente succedono tutte nelle due ore di film fino al finale scontatissimo. Ma, come detto, se il finale è noto, il punto è come si arriva ai titoli di coda. Beh, ci si arriva abbastanza agevolmente, con un buon ritmo, con sparatorie spettacolari e scazzottature in giusta misura senza eccedere oltre misura. Certo i morti si contano a centinaia come mosche, ma questi sono dettagli.
Radha Mitchell, nel film è la moglie dell'eroe
Nulla di nuovo, comunque, che non sia già stato visto abbondantemente. La lotta senza quartiere si svolge in un ambiente chiuso, la Casa Bianca, in interni quasi sempre in penombra o addirittura al buio. Facile tornare a un capostipite del genere, Trappola di cristallo con Bruce Willis. La struttura è la stessa: uno contro tutti e in lotta con il tempo. Ma c'è una differenza fondamentale tra i due film. La capacità di scrivere/descrivere tutta la vicenda con un taglio autoironico capace di non prendersi troppo sul serio ricordandosi che comunque si tratta di Hollywood e non di vita reale (anche se la cronaca delle ultime settimane casca proprio puntino). Autoironia che è il fiore all'occhiello di Bruce Willis che riesce a ridere di se stesso e del suo eroismo strenuo; autoironia che manca totalmente a Gerard Butler, che si prende troppo sul serio anche quando fa il gigione-piacione con la famiglia del Presidente, nella parte introduttiva della vicenda.  E se a un film di genere, così scontato e così prevedibile, si toglie il sottile piacere di auto-prendersi in giro, che rimane? Sparatorie e morti ammazzati a quintalate. Quelli no, non mancano.

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