di Andrea Camilleri
Bello, appassionante. Una vicenda più complessa ed avvincente del solito. Una trama poliziesca con un Montalbano che deve far ricorso a tutta la sua esperienza ed abilità per venire a capo del caso o addirittura per non restarne vittima. Uno dei migliori romanzi degli ultimi tempi interamente ispirato a Camilleri dalla sua fertile fantasia piuttosto che, come avviene solitamente, da fatti cronaca realmente accaduti. Chissà, forse è proprio da questo particolare che questo episodio di Montalbano trae la sua forza narrativa.
Il gioco degli specchi del titolo si riferisce a ciò che sembra ma non è o a ciò che si vuole far sembrare per nascondere la verità. Una chiave di lettura che non vale solo per questa avventura del commissario di Camilleri, ma è una regola di vita nella società contemporanea, pubblica e privata, ormai consolidata. E quasi sempre in senso negativo.
I primi "specchi" disseminati nel tentativo di trarre in inganno Montalbano sono due bumme (bombe) che non si capisce chi debbano colpire o avvertire. Anzi, per dirla meglio, che sembrano colpire qualcuno quando invece hanno per bersaglio qualcun altro. Anche i personaggi sono essi stessi specchi riflettenti realtà celate o occultate ad arte. Come la dark lady Liliana, fimmina beddra assai, che tenta in tutti i modi di sedurre il commissario. A ben vedere nessuno o quasi nessuno dei protagonisti di questo romanzo sono del tutto veri o si rivelano nella realtà essere ciò che sembrano in apparenza. Gli unici punti fermi su cui fare pieno affidamento (sia per il commissario che per noi lettori) sono invece i compagni di viaggio abituali di Montalbano, da Fazio che si conferma sempre più braccio destro, sicuro e affidabile, a Catarella o Augello, quasi una macchietta il primo e latin lover consacrato il secondo.
I primi "specchi" disseminati nel tentativo di trarre in inganno Montalbano sono due bumme (bombe) che non si capisce chi debbano colpire o avvertire. Anzi, per dirla meglio, che sembrano colpire qualcuno quando invece hanno per bersaglio qualcun altro. Anche i personaggi sono essi stessi specchi riflettenti realtà celate o occultate ad arte. Come la dark lady Liliana, fimmina beddra assai, che tenta in tutti i modi di sedurre il commissario. A ben vedere nessuno o quasi nessuno dei protagonisti di questo romanzo sono del tutto veri o si rivelano nella realtà essere ciò che sembrano in apparenza. Gli unici punti fermi su cui fare pieno affidamento (sia per il commissario che per noi lettori) sono invece i compagni di viaggio abituali di Montalbano, da Fazio che si conferma sempre più braccio destro, sicuro e affidabile, a Catarella o Augello, quasi una macchietta il primo e latin lover consacrato il secondo.
Fazio e Montalbano nella versione televisiva |
In una lunga intervista rilasciata in una delle ultime puntate della stagione appena conclusa di Che tempo che fa di Fazio (Fabio, il conduttore televisivo di Rai Tre, non il personaggio-poliziotto) Andrea Camilleri parla di se stesso a tutto tondo, spaziando su vari argomenti con grande schiettezza. Una bellissima intervista che per certi versi ripercorre anche la storia e la vita di Camilleri, dai suoi esordi prima come giovanissimo poeta, alla sua consacrazione come scrittore in età avanzata. Camilleri si rivela un personaggio vero, di grande spessore, arguto e mai banale o prevedibile. Un'intervista che è possibile vedere qui: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-accc8ab6-212c-4162-a8a6-d7a6c5381aab-ctcf.html#p=0
Buona visione.
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