martedì 8 febbraio 2011

Italia: l'approssimazione come regola

Qualche notizia colta al volo sui giornali di oggi. Non viene voglia di incazzarsi...?


Alberi fuorilegge.
Gli alberi secolari ai margini delle strade italiane sono quasi tutti fuorilegge. È, questo, l'innovativo principio giuridico di sicurezza stradale stabilito dalla Cassazione nella sentenza di condanna per omicidio colposo di un capo cantoniere dell'Anas di Foligno. Secondo la Corte suprema, l'uomo avrebbe dovuto provvedere a mettere in sicurezza ("predisponendo un idoneo guardrail nel tratto di strada dove si troava la pianta"), la statale "centrale umbra" orlata da una fila di alberi secolari, bellissimi da vedere, ma pericolosissimi per gli automobilisti. In queste condizioni sono migliaia e migliaia di km delle nostre strade. E sarebbero tra i principali responsabili di tanti incidenti mortali verificatisi nel corso degli anni, anzi di decenni, da quando le strade italiane sono percorse dalle automobili. Un vizio d'origine che si perde nel passato. O non si dovevano piantare gli alberi (secolari) in previsione del successivo percorso stradale o le strade non dovevano passare da lì. Ma se un automobilista esce di strada e va a sbattere su un platano, magari per l'eccessiva velocità, per ubriachezza, per disattenzione o per pura fatalità, la colpa è dell'albero? O piuttosto dell'automobilista stesso o del caso? E' assurdo dare la colpa agli alberi. L'incidente è sempre la risultate dell'interazione di tre fattori: uomo, veicolo ed ambiente. Non sarebbe più logico puntare sui primi due fattori piuttosto che prendersela con gli alberi?



Il 17 marzo sarà festa nazionale. Anzi no.
Il ministro leghista Calderoli è contrario alla giornata di riposo prevista per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia. Meglio lavorare. Dello stesso avviso Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Una giornata di festa significa blocco delle attività produttive con perdite di milioni di euro. E così ci sarà chi festeggia in osservanza alla ricorrenza e chi invece se ne fregherà bellamente. Caos assicurato.
Ma pensarci prima, no? - quando la decisione è stata presa a livello di Governo (di cui fa parte lo stesso Calderoli)- ? L'Italia è sempre il paese del tira-e-molla. Diceva il grande Totò: "se ricevi un ordine, prima di eseguirlo, aspetto il contrordine". Una barzelletta, ma nel nostro paese non bisogna mai stupirsi di nulla.



(archivio)Di chi è il Canal Grande a Venezia?
Il Canal Grande non è più del Comune di Venezia. La notizia è giunta come una bomba nella sede municipale a Ca' Farsetti. Faccenda vecchia di anni che risale addirittura agli inizi del Novecento. Per legge le superfici marine e  lagunari sono di proprietà dello Stato, date in concessione/convenzione agli enti locali con protocolli ad hoc. Il ministro Calderoli, nel noto decreto «ammazzaleggi» (quello festeggiato in pompa magna dalla Lega con un rogo simbolico di quintali di codici e leggi) ha cancellato in un sol colpo tante norme antiche ancora vigenti senza preoccuparsi di prevederne le conseguenze. Tra queste, la concessione del Canal Grande da parte dello Stato al Comune di Venezia. Per la serie: tanta propaganda politica ad effetto, ma poche idee concrete e soprattutto confuse. Adesso è prevedibile che si aprirà un contenzioso amministrativo e burocratico per ristabilire lo statu quo, infatti per riassegnare il Canal Grande al Comune servirà comunque un provvedimento di legge che servirà ad abrogare l'abrogazione. Sembra un gioco di parole, ma è solo l'ennesimo pasticcio all'italiana fatto di incompetenza e approssimazione.  Con conseguente perdita di tempo e di risorse. E chi paga? Pantalone, naturalmente...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse, in Cassazione, riguardo agli alberi, qualcuno dovrebbe chiamare un'ambulanza con medici attrezzati con camicia di forza ed elettrochoc, in modo da rinchiudere all'ospedale psichiatrico più vicino il buontempone che le pensa tutte pur di avere un titolo, anche negativo, su un giornale qualsiasi.

Riguardo alla festività del 17 marzo, ritengo che prima di decidere in tal senso, il governo o chi per esso, si sia preoccupato di consultare le parti sociali (sindacati, confindustria, clero, l'associazione massaie livornesi, il circolo dei pescatori di Aosta, la confraternita del Cabernet, e così via). Ma una volta presa la decisione, il dado è tratto. Potranno esserci mugugni in un Paese che di mugugni vive, ma non si deve tronare indietro; in nessun caso.

Riguardo al Canal Grande e a Calderoli, compatisco infinitamente la figura di quest'ultimo individuo che cazzeggia con la certezza dell'impunità, che danneggia sapendo che non dovrà mai rimborsare i danni, che se la ride delle sue azioni, consapevole che a pagare sarà, comunque, qualcun'altro. Essere inutile, di peso all'amministrazione statale e parassita mantenuto dai cittadini, Calderoli farebbe la sua onesta figura lavorando di pala e piccone presso le massicciate ferroviarie.
Franco

Giovanni Sonego ha detto...

Ogni tanto, nei giornali, si leggono titoli o frasi del tipo: "Platano assassino" o robaccia del genere. A me viene in mente sempre un albero mobile, come quello della pubblicità delle mele trentine, che si sposta in mezzo alla carreggiata per far schiantare gli automobilisti incolpevoli. Ma non è così. Gli alberi stanno fermi e sono gli automobilisti che vanno addosso alle piante.

E' anche vero, però, che un'uscita di strada potrebbe avere conseguenze meno gravi se quelle piante non ci fossero.

Perché allora non mettere un guardrail che riduca drasticamente le uscite di strada? Un po' come si fa nelle strade di montagna, nei tratti esposti. Mica si colma il burrone!

Sulla festa (e in generale sulle feste), tutte le considerazioni legate al PIL mi sembrano puttanate incredibili.

Se la domenica i negozi sono chiusi, come tutti, il giorno prima compro il doppio di pane.

E poi, durante le feste, magari lavoreranno meno le industrie, ma lavorano di piu' i ristoranti, i bar, gli stadi, i cinema, tutte le attività collegate al divertimento...

Non capisco come una giornata di festa possa avere conseguenze negative sul PIL.

E' terribile anche quest'idea che la vita delle persone debba essere subordinata all'incremento del PIL, è di per sè aberrante.

Sul canal grande che dire? Calderoli è un cretino e questo dovrebbe essere suffiente.