domenica 3 febbraio 2013

Film visti. Looper o del libero arbitrio

LOOPER
Regia di Rian Johnson.
Con Bruce Willis, Joseph Gordon-Levitt, Emily Blunt, Piper Perabo

[Voto: 4 su 5]


"Sei uno stronzo, stai zitto. Un bambino che non capisce niente". A parlare così duramente è un tizio abbondantemente over 50 portati bene, quasi calvo, canuti i pochi capelli superstiti (Bruce Willis). Il "bambino" ha circa una trentina d'anni o poco meno, uno sguardo penetrante e inquisitorio (Joseph Gordon-Levitt). Un dialogo padre-figlio? Nonno-nipote? Due amici ai ferri corti, compagni di bevute un po' fatti? No, niente di tutto questo. I due sono la stessa persona, in due epoche diverse. Lui anziano che strapazza lui stesso da giovane. Uno di fronte all'altro, a muso duro, con una pistola pronta a sparare. Scherzi della manipolazione del tempo. Effetti di un uso distorto della tecnologia del futuro.
E' una delle scene clou di questo bel film di fantascienza che riesce a coniugare abilmente sci-fi e pistolettate, ponderose e mai banali riflessioni esistenziali e morti ammazzati. E' un film intrigante e affascinante per la tematica affrontata, coinvolgente negli sviluppi della trama, emozionante e spiazzante per il finale che rimanda a corpose riflessioni sul libero arbitrio e la possibilità individuale di scegliere tra il bene e il male, la vita e la morte... Cosa volere di più da un film? Per inciso, ottime le interpretazioni per i due protagonisti.
La storia è presto raccontata. In un futuro neanche tanto remoto, il 2044, c'è chi si guadagna da vivere ammazzando il prossimo. Niente di nuovo, dunque. Se non che le vittime di queste uccisioni sono persone che vivono 30 anni più avanti nel tempo, ossia nel 2074. In quell'epoca è stata inventato il viaggio nel tempo e i malavitosi dell'epoca usano questo ritrovato per spedire indietro le loro vittime facendole uccidere da killer datati. Questo circolo vizioso, che si ripete imperterrito, funziona alla perfezione. I killer fanno il loro mestiere senza rischio alcuno perché di fatto le loro vittime non esistono e i mandanti del futuro sono al riparo da ogni rischio perché nulla di illegale accade nel loro tempo presente. Gli affari proliferano alla perfezione fino a quando un looper/killer efficiente e spietato non si trova di fronte sé stesso quale vittima designata. Il meccanismo fatalmente si inceppa fino a grippare del tutto. Il film alterna dunque i caratteri tipici del poliziesco da strada, i morti ammazzati e le pistolettate abbondano, con sottili riflessioni sul tempo e ciò che esso rappresenta quando un individuo si trova di fronte alla propria esistenza, alla propria vita passata.
Il viaggio nel tempo è chiaramente un pretesto, un espediente narrativo, perché il bilancio di una vita è evidentemente sempre e comunque possibile in una fase della propria maturità. Prima o poi i conti con se stessi si fanno e la propria storia di vita viene inevitabilmente passata al setaccio della propria coscienza. E con essa i propri errori e le proprie scelte, giuste e/o sbagliate, in funzione del libero arbitrio che ci governa. E non sempre si tratta di un bilancio positivo...

Una curiosità. Bruce Willis, una quindicina di anni fa circa, ha girato un altro film che affrontava una tematica simile (Faccia a faccia, commedia, del 2000). Un adulto che per qualche motivo incontra se stesso nell'età della fanciullezza. Curioso che adesso ritorni sull'argomento temporale con questo bel film.

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