martedì 14 febbraio 2012

La retorica del pietismo

Ho trovato su facebook un post che ha attirato la mia attenzione. Una foto con un messaggio sinistro e minaccioso nascosto sotto una patina di buonismo. Una specie di minaccia per nulla velata. Lì per lì sono rimasto perplesso perchè c'era qualcosa che mi sfuggiva. Come un senso di disorientamento. Poi ho realizzato.


Vorrei che la pietà per i cani abbandonati si ritrovasse prepotentemente anche nei confronti degli esseri umani che vivono e muoiono per strada. Pare invece che per gli uomini non si usi lo stesso metro di caritatevole pietà... Quanta gente è morta in Italia e in Europa con l'ondata di freddo di questi giorni? Non ho mica visto post su facebook a questo proposito..... Qualcuno mi spieghi se fa più pena un cane al freddo piuttosto che un barbone per strada. Perchè devo leggere messaggi di questo tipo mentre per tanti esseri umani che muoiono di fame e di freddo, ma anche di caldo o di disagi e di malattie di ogni tipo pare quasi che regni l'indifferenza più assoluta? Esiste una priorità nell'umana pietà e nel senso di carità? Pietà per pietà, randagio per randagio, viene prima un uomo o un cane?

P.S.: naturalmente do per scontato che un padrone che abbandona il suo cane è una carogna. Il punto è un altro e spero di averlo espresso chiaramente senza fraintendimenti. Lo dico da "padrone" di un cane.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente daccordo.
Mi fa piacere una voce fuori dal coro, non allineata al pensiero comune.
E' ora di uscire da certi luoghi comuni e di cominciare a vedere la realtà. Basta con i cani con l'impermiabile, hanno una pelle molto più spessa della nostra e "waterproof", sentono il freddo meno di noi e non hanno paura di bagnarsi.
Max

Anonimo ha detto...

Non riesco a pensare che chi sia capace di amare i cani non provi lo stesso sentimento e dolore per le sofferenze umane. Ma c'è un aspetto di fondo che fa un enorme differenza,mentre i cani non possono scegliere, l'uomo sì, un uomo non viene lasciato in autostrada o legato ad un albero, spesso la scelta della strada è anche volontaria. Vengono per prima gli esseri viventi, tutti.

Anonimo ha detto...

Chi fa soffrire gli animali è spesso indifferente con le persone,e chi ama gli animali,non solo il proprio cane o gatto,prova pena anche per i poveri e le persone sfortunate.Non credo si possano dividere le due cosa,dipende solo dal valore che noi abbiamo.Detto questo personalmente preferisco la purezza degli animali all'ipocrisia dell'uomo.