lunedì 2 settembre 2013

Film visti. In trance, colpi di scena ipnotici...

IN TRANCE
Regia: Danny Boyle
Con: James McAvoy, Rosario Dawson, Vincent Cassel
 
[Voto 2,5 su 5]
 
 
In un intreccio poliziesco, tanto più è complicato, tanto più è necessario che sul finire della vicenda uno dei personaggi riprenda le fila della narrazione per fare chiarezza e spiegare come stiano le cose. Abbiamo illustri esempi in materia. Penso a Rex Stout con il suo Nero Wolf, che usava questo artificio narrativo per illuminare i lettori che annaspavano nelle spire della trama. Questo In trance di Danny Boyle è diabolicamente complicato (direi assurdamente...) con colpi di scena finali a ripetizione e con uno sviluppo intermedio della vicenda che si insegue e si accavalla fino a stordire letteralmente lo spettatore.
La storia sarebbe semplice a dire il vero; è il come e il perché che è complicato. Una banda di ladri di opere d'arte organizza una rapina nel corso di una battuta d'asta. Succede un contrattempo e il basista nasconde la tela trafugata perdendo però la memoria. Niente refurtiva e grande ira dei complici che sospettano che l'amnesia sia solo un trucco per fregarli. La banda decide di usare l'ipnosi per far tornare la memoria al presunto furbetto traditore. E qui le cose si complicano maledettamente perché entra in scena lei, la fatale e affascinante ipnoterapeuta interpretata da una sfolgorante Rosario Dawson. La splendida dark lady prende il comando della situazione, ben consapevole che tutto dipenda dalla sua abilità come ipnoterapista. Complicazioni a iosa: innamoramenti, gelosie, vendette, sospetti, omicidi, ricordi vecchi e sopiti che riemergono dalle nebbie del passato... Ce n'è per tutti i gusti fino al punto che lo spettatore (io di sicuro...) finisce col non capirci più niente, facendo fatica a distinguere il vero dall'onirico, la realtà dal ricordo o dall'immaginario ipnotico. E poi nel finale, una raffica di colpi di scena uno dopo l'altro, con il successivo che modifica il precedente, spostando di volta in volta da un'ipotesi all'altra, da un personaggio all'altro il bandolo della matassa.
Alla fine a risolvere parzialmente la situazione interviene la stessa ipnotista che quasi fuori campo, svela un po' di arcani narrativi. Per fortuna.
 
Presuntuoso e pretenzioso questo film di Danny Boyle. Un'aria sofisticata e patinata che mal si addice a buona parte dei personaggi. Ladri e delinquenti che dialogano con levità e sufficienza da intellettuali consumati sono francamente poco credibili. Intrecci di sceneggiatura che si reggono -forse- per miracolo e che dovrebbero mantenere tutta l'impalcatura della vicenda. Ambientazione in location da super ricchi poco credibili e sicuramente eccessive per il livello dei personaggi. Tutto sembra teso a ingigantire ed enfatizzare ciò che non merita di essere ingigantito ed enfatizzato. A parte la magnifica bellezza di miss Rosario Dawson...
 

Nessun commento: