giovedì 13 giugno 2013

Film visti. Effetti collaterali (veri o presunti)

Effetti collaterali
Regia di Steven Soderbergh
Con Jude Law, Rooney Mara, Catherine Zeta-Jones, Channing Tatum, Vinessa Shaw

[Voto: 3 su 5]

Effetti collaterali, ossia conseguenze non volute o non previste susseguenti ad un fatto o un evento. Nel caso in questione si tratta degli effetti dell'uso di farmaci antidepressivi.
Per affrontare il rientro del marito dopo un periodo di detenzione, la di lui giovane mogliettina (una opaca Ronney Mara) decide di combattere la sua depressione affidandosi alle cure di uno specialista. Prova quindi una serie di farmaci, uno dei quali, l'Ablixa, è determinante: infatti, una sera, non appena il marito Channing Tatum torna a casa, lei, immersa in un apparente stato di sonnambulismo, lo accoltella a morte. Le prove sono chiare e inconfutabili; tuttavia la moglie-assassina non viene incriminata, poiché non ricorda nulla ed era quindi incosciente delle sue azioni. Così, passa in un istituto di salute mentale, in misura preventiva. Lo psicanalista che l'aveva in cura e che le aveva prescritto il micidiale farmaco (un ottimo Jude Law), deve combattere col senso di colpa di aver inidirettamente provocato la morte di un uomo. E il dubbio prima si insinua e poi lentamente cresce e prende corpo, fino al punto di non essere più certo dell'innocenza della mogliettina semicatatonica...

Il film sfonda una porta aperta con chi, come me, ha fortissimi pregiudizi contro i farmaci antidepressivi e gli strizzacervelli in genere. Sono pregiudizi, ok. Quindi per definizione ampiamente immotivati e gratuiti. Tuttavia non ho nessuna simpatia e nessuna fiducia in chi può manipolare la mente umana con un composto chimico. tanto più che troppo spesso se ne fa un abuso abnorme fino a creare una dipendenza sia fisica che psicologica che realmente rende incapaci di intendere e di volere. La domanda è se gli effetti non siano più pericolosi e dannosi delle cause. Altra considerazione è che più si assumono antidepressivi e più si è incapaci di autodeterminarsi, di controllare gioie e tristezze, in balia completa di una perfida pillolina. In America ci vanno dentro alla grande, essendo lail regno per antonomasia dell'uso e dell'abuso sia della psicologia, applicata anche alle più infime banalità quotidiane, che della psicanalisi come compagna di vita. E se non sono le pillole è l'alcool. Il film di Sodeberg rispecchia esattamente questa realtà dove la ricerca di un equilibrio interiore sembra appaltato a psicanalisti e alle loro miracolose pillole antidepressive da buttar giù a manciate.
Il film finisce con l'essere un classico poliziesco con colpi di scena finali. Jude Law psicanalista dimostra di saperla lunga e di non essere disposto a farsi infinocchiare dalla melanconica mogliettina infelice.... Non male nel complesso.

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