giovedì 11 ottobre 2012

Il bimbo di Padova, una storia ignobile

Prima di tutto dico come la penso: i protagonisti adulti di questa vergognosa storia hanno tutti torto marcio. E adesso vediamo perchè.

Non è un criminale, ma un bimbo di 10 anni
Ovunque oggi impazza il video del bambino portato via dalla scuola elementare di Cittadella in provincia di Padova. http://video.corriere.it/bambino-prelevato-agenti/560742d4-137b-11e2-ad6a-6254024087b3
Le immagini mostrano degli uomini (agenti di polizia in borghese?) che con l'uso della forza trascinano il bimbo decenne per  infilarlo in una macchina. Il suo destino è di essere parcheggiato ad una istituzione in attesa dell'affido al padre separato. Lo trascinano sull'asfalto mentre cerca di divincolarsi e si dibatte disperato. Urla, chiede aiuto e si aggrappa a qualunque appiglio per non farsi portare via. Bisogna guardare e riguardare il filmato più volte per capacitarsi di quello che è successo perchè alla prima visione sembra tutto così irreale e impossibile da accettare. Quello che stupisce è l'accanimento violento su quel povero bambino. Senza escludere nessuno, dai poliziotti ai genitori, ai parenti, alla nonna, alla zia e chissà quanti altri che hanno partecipato o -peggio- organizzato l'indegna gazzarra con tanto di telecamera pronta allo scopo di riprendere la scena. Che nessuno mi venga a dire che tutta quella gente era lì per caso, intruppata e urlante, armata di telecamera. Da quanto si legge, la gazzarra si sarebbe scatenata al momento in cui il nonno e la zia del bambino hanno aggredito gli agenti. Forse facendo finta di ignorare che più clamore e più urla accompagnate da strilli e imprecazioni avrebbero comportato per il bambino una robusta razione di terrore aggiuntivo? Nessuno dei parenti ha pensato che creare quel pandemonio avrebbe solo peggiorato le cose? Nell'interesse di quel povero bambino, figlio, nipote non avrebbe dovuto svolgersi tutto con il minor danno emotivo possibile? Ma, soprattutto, la responsabilità dell'accaduto va addebitata a chi ha autorizzato un'azione del genere, neanche si fosse trattato di un pericoloso criminale mafioso. Nessuno degli attori  istituzionali di questa triste storia ha un figlio o un nipote o semplicemente un fratellino o sorellina minore? Se si fosse trattato del loro figlio o nipote i poliziotti si sarebbero comportati allo stesso modo in virtù di un ordine ricevuto? Psicologi, psichiatri e altri supposti esperti del settore hanno consigliato e/o autorizzato un comportamento del genere o si è trattato di una situazione sfuggita di mano agli agenti? E nessuno di loro ha sentito la necessità di fermarsi senza arrivare a tali eccessi?
Ma su tutto e su tutti la domanda di fondo è come sia possibile che certi genitori pur di scannarsi tra loro usino il proprio figlio per raggiungere lo scopo di distruggere l'ex coniuge? Non si fermano nemmeno di fronte ai danni che procurano al loro figlio?  A che danni va incontro quel bambino maltrattato e trattato con tanta inutile e gratuita violenza? In tutta questa vicenda è questo disprezzo per il bimbo la cosa che più mi fa indignare.
Si legge in serata, come ciliegina sulla torta, che il capo della Polizia ha chiesto scusa per l'operato degli agenti. Scuse che non risolveranno nulla.

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