domenica 19 febbraio 2012

Film visti. War horse ovvero "Salvate il soldato Joey"

War Horse
Regia: Steven Spielberg
Con: Jeremy Irvine- Peter Mullan- Emily Watson- Niels Arestrup

[Voto: 4 su 5]



Maledetto Spielberg. E' riuscito a farmi piangere come un vitellino da latte nella scena madre di questo suo ultimo film che, tanto per gradire, si è già intascato ben 6 nomination agli Oscar 2012. Chissà, forse è che sto invecchiando..., ma non mi era mai successo di "aprire i rubinetti" in questo modo.
Il film è tanto bello e di buoni sentimenti quanto ingenuo, infantile e trasparente nella sua concezione e impostazione. Forse perchè è tratto da un best seller per ragazzi (autore tale Michael Morpurgo a me -lo ammetto- totalmente sconosciuto) o perchè è il cinema stesso di Spielberg che ha questa dote innata di innocenza che gli consente di raccontare una storia drammatica e complessa (si parla di guerra e di morte) in maniera semplice e naturale come si farebbe con un bambino.
Nonostante il titolo possa trarre in inganno, War horse non è un film di guerra, bensì sulla guerra. Guerra che fa da sfondo a tutta la vicenda che ha come protagonista e filo conduttore il puledro purosangue Joey. Siamo nei giorni che precedono lo scoppio della I° Guerra mondiale, in Inghilterra. Joey è un puledro che cambia padrone e passa dalle dolci campagne del Devon alle cariche della reale cavalleria britannica contro le truppe nemiche austro-ungariche (scene da antologia girate da Spielberg...). Poi il destino del cavallino lo fa rimbalzare da due disertori prussiani ad un mite agricoltore francese e a sua nipote che non fanno a tempo ad affezionarsi che già Joey viene requisito per trainare cannoni nel fango delle zone di guerra fino alla morte per sfinimento. Destino mortale a cui si sottrae solo in virtù della sua forte fibra. Ma nella fuga finisce nella terra di nessuno tra i due eserciti che si fronteggiano da opposte trincee. E qui arriva la parte più bella del film, girata con tutta la maestria di Spielberg. Sono infatti le scene di battaglia le migliori del film e la drammaticità della storia di Joey assume toni epici proprio nella terra di nessuno, tra mine e filo spinato. Tuttavia la guerra e la sua aura di morte fanno sempre solo da sfondo del racconto, perchè il vero asse portante sono gli esseri umani e i loro sentimenti che il puledro Joey incontra lungo la sua strada. Da sottolineare che in questa operazione narrativa Spielberg riesce ad evitare il pericolo di umanizzare il puledro come sarebbe nel classico stile disneyano cinematografico. No, il cavallo rimane un cavallo e non sconfina in umanizzazioni imbarazzanti e banalizzanti.
Probabilmente War horse non è un capolavoro e non passerà alla storia come uno dei migliori film del Maestro Spielberg, ma rimane un gran bel film da godere ad occhi aperti, lasciandosi alle spalle opinioni e pregiudizi, per scoprire che anche tra i "cattivi" prussiani ci sono persone di buoni sentimenti e che nonostante la guerra anche due nemici possono fare amicizia e stringersi la mano. Sogni e utopie? Sì, forse, ma anche no. Perchè le storie di guerra, quella vera, raccontano anche tanti di questi episodi di varia umanità. 
Ma questo Spielberg di War horse è quello fenomenale della prima mezz'ora di Salvate il soldato Ryan, ovvero un Maestro. Uno che riesce a farti odiare la guerra con la sola forza espressiva che ha il cinema.

P.S.: in sala c'erano parecchie famiglie con bambini. Non so se questo sia proprio un film per bambini in senso stretto. Temo che possano annoiarsi perchè, come ho detto, il puledro Joey è trattato per quello che è, cioè un cavallo senza umanizzazioni furbe e ammiccanti.
Un episodio simpatico: come mia abitudine mi fermo a leggere i titoli di coda. Il pubblico intanto defluisce e lascia la sala. Passa accanto a me un bimbo di non più di 5-6 anni. Mi guarda perplesso e mi dice: "ehi signore, il film è finito, devi uscire!".

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